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Il supernaturale della realtà

Se l'arte rispecchia la realtà e le sue contraddizioni, l'iperrealismo paradossalmente rispecchia solo la realtà oggettiva,ma è ugualmente un'azione densa di significati, storici e metaforici: non più disordine informale, esuberanza neo espressionista o contagioso entusiasmo da pop art, piuttosto con l'iperrealismo un richiamo all'ordine, sospensione di qualsiasi ideologia, forse, l'amara constatazione della illusorietà della rappresentazione. In Italia, l'iperrealismo tra alti e bassi ha sempre mantenuto discreta incidenza figurativa, idealmente continuato la tradizione degli anni d'oro fine '60 primi '70. Giuseppe Mallia dimostra come l'effetto straniante ottenuto dalla pittura, attraverso l'occhio meccanico della macchina fotografica, sia ancora diffuso ed apprezzato da critica e pubblico. La sua pittura da anni persegue il Supernaturale della quotidianità e, come il grande Domenico Gnoli ( 1933 – 1970 ) trasforma oggetti comuni, talvolta banali, come vestiti ammassati alla rinfusa in visioni ammalianti, in raffigurazioni assolutamente prive di riferimenti allegorici o simbolici ma di accattivante e variopinto verismo. La scala stessa e l'immediatezza nella percezione creano disagio e un misto di curiosità ed attrazione, perché nel momento in cui aggiornano la conturbante metafisica di De Chirico o il silenzioso approccio di Morandi, all'insegna di Sharp-Focus Realism e Photo-Realism americani, dimostrano come l'assoluta precisione Iperrealista sia tuttora un genere praticabile per l'immediato riscontro di pubblico emotivamente coinvolto. Nelle sue opere ritroviamo anche spunti di polemica sociale: nonostante cementificazione e brutture nelle città, la natura cresce rigogliosa con vividi fiori, altri spunti sono vedute cittadine, o rappresentazioni di situazioni tenerissime come dromedari in riva al mare. Mallia dimostra dunque di essere un grande interprete della conteporaneità del supernaturale con indiscutibile abilità e ben definita personalità, al pari di suoi predecessori maestri dell'iperrealismo come Robert Cottingham, Don Eddy o Richard Estes.                                               

Critico d'arte Dott. Fabio Bianchi

"la sua arte sembra assorbire in assoluta purezza quasi tutta una tradizione novecentesca, così ponendo un delicato problema al lettore,stimolandolo a ragionare, per ogni quadro, la parentela dei colori, di temi e segni col mondo contemporaneo,parentele rese spontanee dalla capacità pittorica di Mallìa, per una intensità nuova, e non solo, del tutto personale: egli tutto fa risuonare isolato e profondo, liberato nella pura forma, secondo un tono di fantasia in cui dipinge i suoi palpiti, il fondo immaginoso...
Prof. Brenno Romiti

"...i suoi imprevedibili quadri non seguono mai la traccia risaputa della composizione, ma si spingono con naturalezza, con agilità oltre tutti i confini, da quello concreto degli oggetti a quello materiale dei rapporti di spazio e di tempo..."
Critico d'arte Tiziano Marcheselli


"...ad un primo incontro i quadri di Mallìa paiono rientrare nella tradizione della pittura "esatta"; ma a guardar bene si scopre, al di là del vero, una realtà nascosta, tesa e allucinata. E' la realtà che abita la zona della fantasia...
Critico d'arte Gianni Cavazzini


 Flusso continuo
Giuseppe Mallia non ama seguire le avanguardie contemporanee, non cerca di stupire con ricerche estetiche audaci, non sperimenta nuove tecniche, non sceglie temi drammatici per comunicare le sue emozioni e si allontana da qualunque problematica. Il suo racconto si ispira al quotidiano disegnando oggetti, indumenti, composizioni floreali attraverso una estrema precisione del segno grafico. Mallia è un attento osservatore della realtà e il suo merito è quello di ridare alle cose il loro fascino segreto. Ogni cosa cela dietro di sé ricordi, impressioni, sentimenti, sensazioni che non possono essere cancellate. L’autore concepisce il dipinto come una immagine comunicativa e predilige indirizzarsi verso un linguaggio figurativo. Egli si dedica anche al tema della natura e sa cogliere lo splendore di una rosa sbocciata. Ciò che colpisce è la sincerità con cui Mallia stabilisce un rapporto con la natura. I suoi fiori diventano il pretesto per esprimere il suo amore per il creato. Le immagini sono sostenute da un vibrante gioco coloristico e sono immerse in una atmosfera incantata sospesa in un tempo senza fine. Nulla è affidato al caso, tutto è immobile. Il bisogno di dipingere di Mallia sorge dalla necessità di trasmettere allo spettatore le vibrazioni raccolte dal mondo che lo circonda. Le composizioni sono caratterizzate da pennellate sicure e da una abilità di riprodurre la realtà indiscutibile. E’ chiara in queste opere la ricerca della forma oltre ad una interessante impostazione dinamica della scena. Il pittore entra in contatto con ciò che descrive senza lasciarsi sfuggire nulla di quanto contraddistingue il soggetto, senza sottostare alla rigidità fotografica, ma facendo emergere l’attimo fuggente di un istante che non si ripeterà.
Critico d'arte Elena Gavazzi


 Il fotorealismo
" Il fotorealismo o iperrealismo nella sua purezza emerge prepotentemente da ogni sua opera. La quotidianità viene colta nei momenti più particolari, così vicini ai nostri atti giornalieri,ma stravolti dalle inquadrature più inusuali. Una realtà ripresa da scatti indiscreti viene immortalata nelle tela dell'artista,e così, l'immagine rappresentata, semplicemente si presenta allo spettatore in modo imponente ed inaspettato. Lo sguardo si perde tra i colori e la morbidezza dei tessuti,tra la brillantezza degli acciai e le trasparenze dei vetri e dell'acqua,trovandosi spiazzato ed affascinato da oggetti per noi così abituali. L'utilizzo delle luci fortemente innovativo sottrae l'immagine della sua funzione realista, per portarla nella dimensione del superreale, all'interno della poetica fotorealista. Finalmente dopo tanti anni di tecnica superrealista etichettata all'interno del grande ritorno figurativista,anche i principi teorici del fotorealismo con Mallìa sono arrivati in Italia."
Critico d'arte dott. ssa Chiara Baudone

Tra luce e parole

Quotidianità è la familiarità, la luce di casa,una fotografia della vita di tutti i giorni con la sua carica di contenuti affettivi e di tranquillizzanti immagini abituali. Ma "quotidianità può essere anche l'energia vitale che ci portiamo dentro (se la sentiamo) per tutta l'esistenza. Può essere il realismo della luce che disegna oggetti comuni e li indaga da vicino,lasciando il ruolo di protagonista a ceste di biancheria, borse appese ad un attaccapanni e magliette stampate con le faccine dei cartoni animati giapponesi. Mallìa rende infatti, padroneggiando lo studio della luce e dei colori velatura su velatura, forme nette, lucide, in un "fotorealismo" che si ricollega all'iperrealismo americano ( consapevolmente liberato dalla pastosità del tratto per dar spazio ad una pittura liscia e pulita, di matrice più “italiana") e assorbe molto dalla tradizione classica ottonovecentesca, individuando tra i suoi modelli il preraffaellita inglese Holman Hunt...
Critico d'arte dott. ssa Chiara Bernazzani

Visione e rappresentazione

“Un sabato mattina ero a far visita all’amico gallerista Dino Cecconi, art director della Galleria Immagini di Cremona.
Su un ripiano erano stati ordinatamente sistemati, probabilmente in attesa di essere esposti a breve, i quadri di Giuseppe Mallia. Immediatamente mi hanno colpito    per un realismo sorprendente ed estremamente intrigante. Immersi nel deserto, a riposo o in cammino, si scorgono cammelli dipinti con uno stile preciso e inappuntabili, sia dal punto di vista coloristico - i quadri paiono dipinti “in punta di pennello”, specie in certi minuti dettagli chiaroscurali – che prospettico. Questi due elementi, estremamente congiunti, non si risolvono in una semplice resa calligrafica dei soggetti, ma anzi diventano i cardini attorno ai quali Giuseppe Mallia struttura delle visioni che assumono il fascino del sogno e il piacere dell’idillio. La sua è, dunque, una pittura estremamente accattivante, sincera nel profondo e dunque estremamente godibile, capace di unire saldamente visione e rappresentazione".         

Dott. Simone Fappanni

 Pelle

Giuseppe Mallìa, tra i principali protagonisti del Nuovo Iperrealismo italiano, porta avanti ormai da diversi anni una ricerca artistica che recupera e attualizza le ragioni che ispirano negli Stati Uniti degli anni Settanta il Photo Realism o Sharp Focus Realism. Memore della grande rivoluzione americana secondo cui "la fotografia non è uno strumento ausiliare della pittura, ma è la pittura ad essere uno strumento ausiliare per una fotografia realizzata con i mezzi della pittura (Gerard Richter)", Mallìa propone un avvicinamento minuzioso e "millimetrico" alla realtà riprodotta negli elementi d’insieme e di dettaglio attraverso un procedimento pittorico che punta ad ottenere tanto un risultato illusionistico - immagini che suscitano nello spettatore irresistibili percezioni tattili - quanto un effetto di straniamento generato dalla difficoltà di riconoscere la vera natura dell’immagine. Di fronte alla sorprendente ricchezza di particolari e alla nitidezza dei suoi lavori - esito di uno scrupoloso studio del soggetto e di numerosi passaggi esecutivi che insieme determinano la trama del dipinto - l’osservatore è chiamato ad un coinvolgimento visivo e psichico che trasforma l’esperienza estetica in una vera e propria ricerca della verità.

Critico d'arte Daniela Pronestì

 Realismo radicale

 Il lavoro pittorico di Giuseppe Mallia spazia tra soggetti molto diversi, che pongono in rilievo la sua notevole capacità di operare con identica bravura in ambiti che impongono osservazioni calibrate ora su campi ampi, ora su campi ristretti e con angolazioni concentrate in visioni quasi macroscopiche. In Mallia il riferimento al fotorealismo è molto forte e potente: originalissima la simulazione della profondità di campo in opere come “La dolcezza”.   

Critico d'arte Massimo Centini

    Ultraverismo

...le incarnazioni di Giuseppe Mallia, in cui l’amore per il creato e ciò che per lui e gli osservatori rappresenta, diviene la tavolozza ideale per mettere in campo un precisionismo iperrealisticizzato dalla consapevolezza di restituirci il mondo così com’è sino a rielaborarlo per mezzo della luce e del colore.
Ogni elemento è colto nella sua sostanza visiva: ragioni per le quali la pelle, i tessuti, gli oggetti vengono
caravaggescamente isolati nello spazio, nel contrasto della luce e dell’ombra, mettendone in rilievo i dettagli.  In lui la pittura vive, vibra espandendosi oltre la tela, virtualizzandosi così oltre l’apparenza delle cose che prendono vita.

Critico d'arte  Andrea Domenico Taricco 

 

 

 

 

 
 
 
 
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